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Oggi voglio raccontarvi di un progetto personale che ho recentemente seguito: il reportage fotografico di un Beach Clean-up.
I dati statistici non sono mai in grado di trasmettere del tutto ciò che si prova chinandosi a raccogliere ciò che si trova su una qualsiasi spiaggia bagnata dal Mediterraneo.
Cosa dice la statistica?
Il Mediterraneo è ormai una discarica di plastica, nelle spiagge si accumulano oltre 600 rifiuti ogni cento metri. Secondo uno studio del WWF, il bacino quasi chiuso del Mediterraneo fa sì che le correnti facciano tornare sulle coste l’80% dei rifiuti di plastica, con il risultato che per ogni chilometro di litorale, se ne accumulano oltre 5 Kg al giorno.
5 Kg al giorno ogni chilometro!
Cosa dicono la testa ed il cuore quando ti pieghi in ginocchio su una spiaggia?
Siamo fregati.
Però poi succede che fai delle telefonate e incontri delle persone e allora può capitare di riunire in un sabato mattina di sole e mare calmo un centinaio di persone arrivate anche da più di 100 Km di distanza. Mascherina, distanziamento, guanti, sacchi per la raccolta e i team di SEAY, Sea Shepherd e Plastic Free per tre ore assieme a raccogliere quanto più materiale possibile dalla spiaggia.
La spiaggia di Porto Caleri si trova a sud di Rosolina Mare, ci si arriva attraversando una magnifica pineta, poi degli stagni, poi ancora un tratto di dune di sabbia ricche di macchia mediterranea nonché casa del Fratino (tra i più piccoli uccelli nidificanti in Italia). La spiaggia è completamente selvaggia ed è proprio in inverno che dà il meglio di sé. Da quando si lascia il parcheggio e ci si addentra nella pineta, il silenzio è quasi assordante.
Ma torniamo alla statistica. Basta abbassare lo sguardo per rendersi conto dei danni causati dall’attività umana. A predominare tra le diverse tipologie di rifiuti che si vedono è, appunto, la plastica, che rappresenta l’80% del totale degli scarti rinvenuti in queste aree.
Seguono il vetro e la ceramica (10%), il metallo (3%), la carta e il cartone (2%), materiali in gomma (2%), legno lavorato (1%). Il restante 2% è costituito da altri materiali. Tra i polimeri artificiali prevalgono frammenti di plastica e polistirolo, con dimensioni comprese tra 2,5 e 50 cm.
Una relazione della Commissione europea, con dati 2017, quantifica in 250 miliardi le microparticelle di plastica che galleggiano nel Mediterraneo andandosi poi a depositare lungo le nostre spiagge.
Secondo la relazione, è proprio la plastica ad avere il più elevato impatto dannoso sull’ambiente marino, coinvolgendo la fauna marina che ha solo il 20% di probabilità di salvarsi quando viene intrappolata.
Il mare nostrum ha soltanto l’1% delle acque mondiali, ma contiene il 7% della microplastica marina.
SBEM!
Nonostante i dati impressionanti e l’altrettanto impressionante quantità di microplastiche pressoché impossibili da raccogliere ci ha stupiti positivamente la partecipazione attiva non solo di così tanti volontari ma anche dell’amministrazione comunale di Rosolina che ha messo a disposizione dell'iniziativa il Vicesindaco, l’Assessore all’Ambiente, una squadra della Protezione Civile, i sacchi per la raccolta e un pick-up per rimuovere quanto recuperato dalla spiaggia.
Ed ecco i dati statistici che ci piace leggere:
100 sacchi dei rifiuti riempiti con detriti e materiali
7 cassette di polistirolo
6 galleggianti
3 supporti per cartellonistica
2 pneumatici
1 fusto di carburante Mobil
1 cartello di lamiera
1 condotta in corrugato
... tutto tolto dalla spiaggia.
Almeno sino alla prossima mareggiata.
Oggi altri 5 Kg di plastica ogni chilometro sono tornati a danneggiare la bellissima spiaggia di
Marina di Porto Caleri e così qualsiasi altro tratto di spiaggia del Mediterraneo.
17 Ottobre 2020
https://www.plasticfreeonlus.it/